Identificazione e gestione della rabbia
Attraverso interventi di psicoeducazione, identificazione delle emozioni e normalizzazione, N.M. comprende che la rabbia non è un’ emozione da considerare sempre negativamente ma può essere utile ed efficace, secondo le circostanze anche funzionale per promuovere comportamenti volti al raggiungimento di un obiettivo. Un passaggio cruciale nella gestione della rabbia è il riconoscimento da parte di N.M. di una dimensione non solo negativa ma anche “piacevole” nel provare rabbia.
Quando prova rabbia il paziente ora si rende conto di avvertire una sensazione di benessere che lo fa sentire “vivo” e che per vergogna ha sempre nascosto a se stesso. Si intravede come la rabbia sia per N.M. un’emozione vitale che gli permette di attivarsi, di entrare in azione, come se fosse una delle poche risorse a sua disposizione per agire sugli altri e sull’ambiente; il contrario è il ritiro, il chiudersi a casa, non fare nulla.
L’intervento di normalizzazione della rabbia consente a N.M di sviluppare la capacità di identificare il vero ruolo che questa emozione riveste per lui. Gradualmente, da uno stato di rabbia irriflessiva e inconsapevole, N.M. inizia a “prevedere “ la possibilità di compiere atti ostili e a valutare di volta in volta, ad esempio, se sia il caso di uscire o meno da casa, di andare o meno a “cercare guai”.
N.M., quindi, inizia a comprendere che la rabbia può essere controllata e orientata , può cioè attivare azioni attraverso cui agire sull’ambiente con modalità diverse da quelle a lui usuali, capaci di consentire il raggiungimento di obiettivi non immediati, legati al singolo contesto, ma di obiettivi più a lungo termine che ugualmente potrebbero farlo sentire “vivo” e per un tempo più lungo.